La rilevazione del radon
Il radon diffonde nell'aria dal suolo
e dall'acqua, raggiungendo le abitazioni attraverso fessure nelle cantine
e nei seminterrati, ma può essere già presente nei materiali da
costruzione; mentre negli spazi aperti è diluito dalle correnti
d'aria, in un ambiente chiuso può accumularsi e raggiungere alte
concentrazioni, con conseguenze anche serie per la nostra salute. Come
rilevare la presenza di questo gas? Abbiamo dato uno sguardo, attraverso
il web, alle principali metodiche analitiche e a qualche suggerimento
per la prevenzione.
di Massimo Barbieri
Il radon è un gas nobile, radioattivo, volatile,
incolore a temperatura ambiente, ma quando viene raffreddato sotto il
punto di congelamento diventa fosforescente e addirittura rosso-arancio
alla temperatura dell'aria liquida. Si tratta del gas monoatomico più
pesante conosciuto (la sua densità a 0° C è pari a 9,72 g/L, 8 volte più
denso dell'acqua), è inerte e quindi non reagisce con l'aria, l'acqua, gli
acidi, le basi e gli alogeni tranne il fluoro per formare il fluoruro di
radon(II), RnF2, ma questo composto non è stato completamente
caratterizzato [1, 2]. La tabella 1 fornisce informazioni sui
radioisotopi del Radon, le masse, i tempi di dimezzamento, il modo di
decadimento, lo spin nucleare e il momento magnetico nucleare. Il Radon
è prodotto dal decadimento radioattivo di tre nuclidi [5] e precisamente
il torio 232, l'uranio 235 e l'uranio 238 (il più abbondante in natura):
ognuno di questi elementi genera rispettivamente Rn220, Rn219 e Rn222;
quest'ultimo, che ha un periodo di dimezzamento di 3,825 giorni ed emette
particelle alfa da 5,48 MeV, viene isolato dal radio-226 (vedi tabella 2)
secondo l'equazione [1], anche se potrebbe essere ottenuto come
sottoprodotto della liquefazione dell'aria, in cui è presente in
tracce:
226Ra Æ 222Rn + 4He Equazione 1
La sorgente principale del radon è costituita
dall'uranio-238 che si trova in natura in rocce granitiche, sedimentarie e
di origine vulcanica (lave, tufi e pozzolane) e in terreni di vario tipo,
ma può essere presente anche nelle falde acquifere come gas disciolto.
Le vie dell'esposizione al radon Il radon diffonde nell'aria dal suolo e dall'acqua,
raggiungendo le abitazioni attraverso fessure e piccoli fori presenti
nelle cantine e nei seminterrati (fig. 1), ma può essere già presente nei
materiali da costruzione; mentre negli spazi aperti è diluito dalle
correnti d'aria, in un ambiente chiuso può accumularsi e raggiungere alte
concentrazioni. La maggior parte del radon presente in una casa
proviene dal suolo sul quale è stata edificata l'abitazione (terreni
granitici e vulcanici) e in misura minore dai muri o dai rubinetti, se
l'acqua contiene del radon disciolto. Questo gas, dal momento che la
pressione all'interno di una casa è leggermente più bassa che all'esterno,
tende a rimanere all'interno, qualora non si prendano precauzioni
speciali. La concentrazione totale di radon, che insieme ai prodotti
del suo decadimento è la principale causa di esposizione alla
radioattività naturale, dipende pertanto dal tipo di costruzione e dalla
ventilazione, indipendentemente dal terreno e dalle condizioni
meteorologiche. I più alti valori di concentrazione di questo gas si
rilevano tipicamente nei climi freddi e soprattutto durante i mesi
invernali, quando la ventilazione è minima. La necessità di effettuare
misure di livelli di radon nelle abitazioni deriva dal fatto che sono noti
i rischi di questo gas, che, dopo il tabacco, è la seconda causa di cancro
ai polmoni, e l'effetto totale di tali esposizioni è di gran lunga
superiore alla loro somma. Non è il radon di per sé ad essere nocivo, in
quanto gas inerte, ma piuttosto i prodotti del suo decadimento, che sono
metalli quali piombo, bismuto e polonio, chimicamente attivi e a o b
emittenti. Le particelle alfa (nuclei di elio altamente veloci) sono
particolarmente pericolose dal momento che possiedono un'elevata energia e
che quindi possono danneggiare le cellule [6], rompendo in più punti la
molecola di DNA. L'EPA (l'Ente di Protezione Ambientale americano)
consiglia di prendere provvedimenti se il livello di radon in
un'abitazione si aggira sui 4 pCi/L (picocuries per litro) [7]. La
prima regola di prevenzione riguarda i materiali e la zona su cui
costruire un edificio, facendo riferimento a mappe di rischio, ovvero
studi relativi alla distribuzione del gas radon sul territorio nazionale
e/o regionale. Alcune strategie di mitigazione della concentrazione di
radon sono: - Ventilazione (naturale e forzata); -
Depressurizzazione attiva: si modificano le condizioni di pressione con un
drenaggio costituito da pietrame che consente la cattura del gas e con
condotti d'aspirazione forzata; - Suzione del sottosuolo: si effettua
il drenaggio del terreno e il gas viene allontanato con un
aspiratore; - Tecnica della parete ventilata: si realizza con una presa
d'aria esterna.
Tecniche di misura La rilevazione della presenza di radon si esegue con due
tipi di dispositivi: rivelatori passivi, costituiti da pellicole sensibili
alla radiazione a e attivi, composti da un sensore Geiger sensibile alla
radiazione a [8]. Questi ultimi sono più costosi, ma forniscono risultati
più attendibili. Nel convegno dal titolo "La valutazione del rischio
radon: implicazioni sulla tutela della salute del lavoratore", tenutosi in
occasione della manifestazione SICURTECH EXPO 2001, sono state presentate
due relazioni che riguardano proprio le tecniche di misura della
concentrazione del gas radon [9]. Il Dr. Colonnelli, fisico sanitario del
Policlinico di Milano, nel suo intervento intitolato "Metodi e tecniche di
rilevazione del radon" li distingue in base al tipo di campionamento e di
misura come: - Istantanei, che si basano sul campionamento istantaneo
di una certa quantità d'aria; - Continui, che effettuano in modo
automatico e simultaneamente sia il campionamento sia la misura; - A
integrazione, in cui viene misurata l'esposizione da radon mediante
speciali rivelatori. I rivelatori che utilizzano metodi di monitoraggio
sia istantaneo sia a flusso continuo sono i seguenti: - camere a
ionizzazione, dotate di un anodo centrale per la raccolta degli ioni
prodotti dalle radiazioni; - celle a scintillazione, la cui parete
interna è ricoperta di solfuro di zinco, con cui gli atomi di radon
interagiscono, producendo dall'urto fotoni determinati da un
fotomoltiplicatore; - metodo dei due filtri, basato sul conteggio dei
prodotti di decadimento del radon raccolti su uno dei filtri, il primo dei
quali serve a far entrare solo il gas radon. I metodi ad integrazione
della concentrazione media di radon sono metodi passivi che forniscono la
possibilità di effettuare un gran numero di campionamenti ad un basso
costo e si distinguono in base al tipo di rivelatore utilizzato (a carbone
attivo, a termoluminescenza, ad elettrete e a tracce nucleari),
posizionato nell'ambiente di misura per un periodo di tempo che dipende
dalla sua sensibilità (da 3 a 7 giorni per i carboni attivi, a 80-120
giorni per il Cr-39). Nella seconda presentazione dedicata alle
tecniche di misura dal titolo "Metodo di rilevazione del radon con
utilizzo dei Cr-39", la dr.ssa Valentina Ronago della divisione Istituto
Sicurezza di Campoverde approfondisce il metodo basato sulla lettura di
tracce generate da Cr-39. Si tratta di un materiale, realizzato in
sottili lastre, sensibili alle particelle alfa, con cui interagiscono
causando un danno ai legami chimici (traccia latente), che viene
successivamente amplificato con un trattamento chimico e/o elettrochimico
per poter effettuare la lettura ottica. Il tempo di esposizione medio è
di circa 3 mesi.
BIBLIOGRAFIA
[1]
http://www.webelements.com/webelements/elements/text/Rn/key.html [2]
http://www.webelements.com/webelements/elements/rext/Rn/chem.html [3]
http://www.webelements.com/webelements/elements/rext/Rn/radio.html [4]
http://www.atral.com/U238.html [5]
http://edilitaly.com/radon/radon.php3 [6]
http://inferno.asap.um.maine.edu/physics/radiation/radon.htm [7]
http://www.beesinc.org/about/healrado.htm [8]
http://edilitaly.com/radon/misure.php3 [9] La valutazione del rischio
radon: implicazioni sulla tutela della salute del lavoratore - Atti del
Convegno - Sicurtech 2001 - Milano 15 Marzo 2001
#TAB. 1 - i radioisotopoi del radon
Isotopo Massa Tempo di Tipo di Spin nucleare Momento
magnetico dimezzamento decadimento nucleare nucleare
210Rn 209,98968 2,4 h EC, a 0 211Rn 210,99059 14,6
h EC, a 1/2 0,60 212Rn 211,99069 24 m a 0 213Rn 212,99387 0,025 s a
9/2 214Rn 213,99535 0,000027 s a 0 -0,020 215Rn 214,99873 0,0000023
s a 9/2 216Rn 216,00026 0,000045 s a 217Rn 217,00391 0,0006 s a
9/2 218Rn 218,00559 0,035 s a 0 219Rn 219,00948 3,96 s a
5/2 220Rn 220,01138 55,6 s a 0 221Rn 221,0156 25 m a, ß-
7/2 222Rn 222,017571 3,8235 g a 0
#TAB. 2 - SCHEMA DEL DECADIMENTO RADIOATTIVO
DELL'URANIO-238 [4]
Nuclide Tempo di dimezzamento
Uranio-238 a Ø 4,5 x 109 anni Torio-234 ß Ø
24,5 giorni Protoattino-234 ß Ø 1,14 minuti Uranio-234 ß Ø
2,33 x 105 anni Torio-230 a Ø 8,3 x 104 anni Radio-226 a Ø
1590 anni Radon-222 a Ø 3,825 giorni Polonio-218 a Ø 3,05
minuti Piombo-214 ß Ø 26,8 minuti Bismuto-214 ß Ø 19,7
minuti Polonio-214 ß Ø 1,5 x 10-4 secondi Piombo-210 a Ø 22
anni Bismuto-210 a Ø 5 giorni Polonio-210 a Ø 140
giorni Piombo-206 stabile
(tabelle e formule di questo articolo sono pubblicate
integralmente sulla rivista n.1 di gennaio/febbraio
2002) |