METODOLOGIA
Il sistema aviotrasportato AA3500, gestito dalla G. di F. è in grado di acquisire immagini digitali della superfice terrestre:
- 2 bande spettrali,
nell'ultravioletto (U.V.) (~ 0.38 μm) e
nell'infrarosso termico (I.R.) (~ 11 μm),
- IFOV da 2.5 a 5 mrad.
- dinamica radiometrica di 8 o 12 bit/pixel.e
Progettato per il monitoraggio dell'inquinamento da idrocarburi, può
trovare applicazione anche in altri settori per il controllo
dell'inquinamento ed il monitoraggio ambiental.
I dati di riflettanza, desunti dalle immagini riprese dagli scanner
multispettrali opportunamente corrette, sono analiticamente correlabili
ad ognuno dei parametri bio-fisici che contribuiscono differentemente
alle proprietà ottiche dell'acqua, quali quelli relativi alla
torbidità, al fitoplancton ed la sostanza organica disciolta,
sopratutto in situazioni di basse concentrazioni.
Nel caso dello scanner AA3500, questo vale maggiormente per la banda nell'U.V.
La banda nell'U.V. in genere riesce a penetrare al di sotto della
superficie, anche di alcuni metri a seconda della torbidità dell'acqua.
Il backscattering, a queste corte lunghezze d'onda è abbastanza
consistente mentre l'assorbimento è contenuto (il coefficiente di
assorbimento, per acqua pura varia da 0.007 a 0.1 m-1), quindi
l'energia riflessa verso il sensore può contenere informazioni che ci
interessano relative agli inquinanti presenti nello strato di acqua
attraversato, spesso disturbate dal rumore introdotto dalla riflessione
sul fondo a dallo spessore di atmosfera attraversato.
La banda nell'I.R. è correlata alla temperatura superficiale e
all'emissività dell'acqua e non interagisce direttamente con gli strati
sottostanti alla superficie (è assorbita quasi al 100%
superficialmente). In ogni caso, verosimilmente, qualsiasi apporto di
acqua o liquidi in mare avviene a temperatura diversa, per cui è
ipotizzabile una correlazione su basi statistiche fra temperatura ed
inquinanti immessi, senza contare che, comunque, inquinanti di tipo
industriale, più leggeri dell'acqua, possono indurre una variazione di
emissività, alla quale sono sensibili le immagini all'I.R.
Spesso, a causa della presenza congiunta di molti componenti
inquinanti, di cui alcuni ad alte concentrazioni, le acque costiere
sono da considerarsi sistemi dal comportamento ottico complesso,
tenendo anche conto degli effetti introdotti dall'atmosfera e dal fondo
marino.
Generalmente, quindi, per ottenere mappe tematiche di distribuzione del
parametro da immagini multispettrali telerilevate, sono impiegate delle
metodologie di calibrazione basati su modelli statistici. Quest'ultimi
consistono nel correlare, tramite tecniche regressive, i valori di
riflettanza con misure contemporanee a mare dei parametri di
riferimento, per arrivare a modelli che hanno validità locale.
Quindi la calibrazione delle immagini multispettrali riprese da scanner
ottici è fondamentale per poter derivare delle stime quantitative ed in
quest'ottica sono necessarie delle misure a mare "georiferite" su cui
calibrare i valori di radianza nelle varie bande dello scanner.
Nella campagna di Bari, i campioni sono stati prelevati lungo un
percorso circa perpendicolare alla riva, verso il largo, a distanza di
circa 50 m., 400 m., 700m. l'uno dall'altro in modo che potessero poi
essere compresi e localizzati con sufficiente precisione nelle
strisciate riprese tramite il Daedalus.
Successivamente dalle misure ottenute in laboratorio sui campioni, sono
stati derivati i modelli, correlandole con i valori di radianza all
U.V. ed all I.R. desunti dalle immagini rilevate dallo scanner (da 400
e 1000 m), preventivamente corrette radiometricamente e geometricamente
(effetto panoramico) e corrispondenti ai punti di campionamento.
In Fig. 1 sono riportate, a sinistra, le immagini grezze, a destra,
quelle corrette con l'indicazione in overlay dei punti di misura
utilizzati per la calibrazione. Si noti l'importanza dell'effetto
panoramico in queste riprese aeree.
Fig. 1 - A sinistra immagini grezze, a destra immagini corrette.
In Fig. 2 sono riportati i valori di radianza all'IR, nei punti di
campionamento di 5 delle località riprese tramite i voli. Nelle prime
tre, a partire da sinistra, sono state eseguite 3 misure (quelle a
sinistra si riferiscono a posizioni più verso la costa) mentre a Bari
solo una misura ed a Monopoli 2. I dati superiori si riferiscono ai
voli a 1000 m. mentre quelli inferiori sono stati ricavati dalle
immagini riprese da 400 m.
Nel grafico i dati inferiori sono in numero minore poichè non tutte le
misure a mare sono comprese nel volo a 400 m. I dati nell'IR relativi a
quest'ultimo risultano generalmente più bassi a causa del contributo
introdotto dall'atmosfera.
Fig. 2 - valori di radianza all'IR, nei punti di campionamento di 5 delle località riprese tramite i voli.
Il modello definito ci ha consentito di produrre delle mappe tematiche
di concentrazione (Fig. 3 - 4) dei parametri di qualità dell'acqua, in
particolare di D.O.M. (Dissolved Organic Matter) ben correlato alla
presenza di scarichi abusivi ed ad eventuali alte concentrazioni
batteriche.
Poichè l'acquisizione di misure a mare da correlare con i dati di
radianza risulta notevolmente imprecisa e dispendiosa, nella campagna
di Venezia la calibrazione è stata effettuata tramite un sistema LIDAR,
precedentemente tarato in laboratorio sugli inquinanti a cui si era
interessati, in particolare gli idrocarburi (OIL-Slick).
Fig. 3 e 4 - Mappe tematiche di concentrazione
Il sistema LIDAR è stato successivamente interfacciato con un
ricevitore GPS, in modo da consentire un acquisizione quasi in continua
di misure 'georiferite' da un battello opportunamente strumentato.
Questo battello, quasi in contemporanea ai voli in cui sono state
acquisite le immagini Daedalus, ha navigato lungo tutta la laguna
producendo una notevole quantità di misure a mare degli inquinanti,
ognuna con le relative coordinate geografiche. Le misure, dopo adeguata
elaborazione hanno consentito d'individuare le aree di alta
concentrazione degli inquinanti, e di calibrare opportunamente le
immagini di dettaglio relative, con conseguente produzione di mappe
tematiche locali (1 m di risoluzione).
Le mappe tematiche locali, ottenute dopo un adeguato processing delle
immagini (vedi schema) finalizzato alla correzione geometrica,
georiferimento ed alla mascheratura della terra, hanno permesso
l'individuazione e la caratterizzazione delle varie sorgenti inquinanti
(Fig. 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14).
Fig. 7
Fig. 8
Fig. 9
Fig. 10
Fig. 11
Fig. 12
Fig. 13
Figure 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13 - Mappe tematiche per la individuazione delle varie sorgenti inquinanti
In
Fig. 6 su un mosaico georiferito d'immagini all'IR (5 strisciate),
riprese da 3000 m. sono state sovrapposte le misure LIDAR di DOM,
classificate tramite apposita legenda, in sovrapposizione sono
riportate anche le coperture (in viola) delle strisciate di dettaglio,
riprese da 400 m.
Operazioni analoghe sono state effettuate per le altre tipologie
d'inquinanti (CHL e OlL-Slick).
Mappa Generale di Venezia con sovrapposizione DOM LIDAR e tracce delle strisciate
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