IL MOTO PERPETUO
Con “moto perpetuo” si descrive un
movimento che continua indefinitamente senza alcuna fonte esterna di energia.
Ciò risulta impossibile in pratica a causa dell'attrito. Il moto perpetuo può
anche essere descritto come il moto di una macchina ipotetica che, una volta
attivata, continui a funzionare indefinitamente a meno dell’intervento di una
forza esterna. Nonostante il fatto che in un dispositivo isolato il moto
perpetuo risulti fisicamente impossibile in termini dell’attuale comprensione
delle leggi della fisica, la ricerca del moto perpetuo rimane popolare.
Vi sono due generi di moto
perpetuo, che si dicono rispettivamente di prima e di seconda specie, a seconda
che la loro realizzazione violi il primo o solamente il secondo principio della
termodinamica.
Moto perpetuo di prima specie
Appartiene a questa categoria una
macchina che produca in uscita una quantità di energia maggiore di quella che
consuma. Una volta avviata la macchina funzionerebbe indefinitamente
autoalimentandosi, in evidente violazione del principio di conservazione
dell'energia (primo principio della termodinamica). ]Molte delle proposte per queste macchine
utilizzano magneti come fonti di energia dal nulla ed impiegano sistemi ad
attrito nullo. Anche se molti di questi sistemi possono marciare anche per
lungo tempo prima di fermarsi, da essi non è fisicamente possibile estrarre
energia gratuita.
Moto perpetuo di seconda specie
Dispositivi di questo tipo
dovrebbero essere in grado di convertire interamente il calore estratto da una
sola sorgente a temperatura costante in lavoro. Ciò è in violazione del secondo
principio della termodinamica. Un esempio di macchina a moto perpetuo di
seconda specie sarebbe una nave capace di avanzare sottraendo calore all'acqua
del mare e trasformando quel calore in energia cinetica, senza cederne una
parte ad una sorgente più fredda dell'acqua di mare. Il primo principio della
termodinamica sarebbe rispettato da tale macchina termica a rendimento
unitario. Oggi si considera comunemente il secondo principio della
termodinamica come una conseguenza della meccanica statistica della, e la sua
validità è ritenuta un fatto meramente probabilistico. Di conseguenza sono
possibili violazioni del secondo principio, sia pure con probabilità piccolissima;
quella che resta esclusa è la possibilità di provocare tali violazioni in modo
riproducibile e quindi utilizzabile.
Alcuni esempi di moto
perpetuo.
La “ruota sbilanciata” di Leonardo.
Leonardo Da
Vinci ha studiato il concetto di profondità, e ha anche costruito diversi
modelli. I modelli non sono sopravvissuti, ma decine di suoi disegni sì. Leonardo
concluse che il moto perpetuo fosse impossibile ed abbandonò completamente
l'idea.
Uno dei modelli di moto
perpetuo studiati da Leonardo è rappresentato dalla figura superiore. Si pensava che le sfere di metallo sul lato
destro, a causa del loro braccio di leva più lungo, avrebbero girare la ruota.
Dal momento che a sinistra ci sono più sfere che sul lato destro, la coppia è
equilibrata e il moto perpetuo non potrebbe essere ottenuto.
La “vite ad acqua” di Robert
Fludd (1618)
.
"Acqua vite" 1618
di Robert Fludd
macchina del moto perpetuo da un incisione in legno 1660.
Questo dispositivo è ampiamente
accreditato come il primo tentativo
registrato di descrivere un tale
dispositivo per produrre lavoro
utile, che di macine guida. Anche se la macchina non funziona, l'idea è che l'acqua dal serbatoio superiore
metta in movimento una ruota (in
basso a sinistra), la quale guida una complicata serie di
ingranaggi e alberi, che in alla fine
faccia ruotare la “vite di
Archimede”'(dal basso al
centro all’alto a destra) per pompare l'acqua per riempire il serbatoio. Il moto rotatorio
della ruota dell'acqua aziona anche due
moli (in basso a destra e la figura illustra anche come utilizzare l’acqua in eccesso per
lubrificarle.
La scodella che si autoriempie.
Si pensava che grazie all’azione
capillare l’acqua continuasse a scorrere nel tubo. In realtà la stessa forza di coesione che
attira il liquido lungo il tubo, impedisce alle goccioline di lasciare la
scodella ed il flusso non è perpetuo.
Il nastro a galleggianti.
I blocchi gialli indicano dei
galleggianti fissati ad un nastro. Si pensava che i galleggianti venissero in
superficie attraverso il liquido e facessero girare il nastro. Tuttavia il
piazzamento dei galleggianti sul fondo richiedere più energia di quanta il galleggiante
genera.
Spiegalo tu.
Perché la
macchina riportata di sotto che utilizza un magnete sferico (A) una guida E, e
delle sfere d’acciaio non può funzionare?