Alcuni suggerimenti per la redazione

e la presentazione della tesi di Diploma

Sommario

Questo documento intende aiutare gli studenti del Corso di Diploma in Informatica a scegliere, redigere e presentare una tesi di laurea in linea con gli standard usuali. I suggerimenti che diamo sono formali, cioè tipografici o editoriali e comunque sul processo di sviluppo del "prodotto" tesi.

Il contenuto di tale prodotto resta affidato per ovvi motivi alla creatività del candidato ed alla sensibilità del suo relatore.

0 Come si chiede, come si sceglie e come si scrive una tesi

La tesi di laurea viene richiesta di solito quando manca uno o al massimo due esami. La richiesta riguarda di solito un argomento di tesi, che lo studente chiede al docente. Se lo studente ha interessi specifici può essere anche lui a proporre un argomento di tesi: questo è spesso il caso delle cosiddette tesi esterne (vedi sotto).

La tesi può essere chiesta ad un qualunque docente del Corso.

Se il lavoro di tesi si svolge nell'ambito di una istituzione esterna o società commerciale, ci saranno due relatori: un relatore esterno (dipendente di tale istituzione o società) ed un relatore interno (un docente del Corso di Laurea).

La tesi è un lavoro originale e personale (la legge punisce sia il plagio che la mancanza di impegno personale). Tuttavia, è ammesso sviluppare la tesi in collaborazione con un'altra persona anch'essa candidata alla laurea, purché le due dissertazioni alla fine siano differenti in modo sostanziale.

Talvolta gli studenti si chiedono cosa debbano "dare per scontato" quando scrivono la tesi. In altre parole, a chi devono rivolgersi idealmente durante la fase di stesura della tesi. Premesso che l'autore della tesi è lo studente, quindi ogni responsabilità stilistica e di contenuto è sua, si possono dare per scontate alcune cose, quali quelle che tipicamente vengono insegnate nel corso di diploma.

Sono stati scritti interi libri sull'arte di scrivere tesi di laurea. Il più classico è quello di Umberto Eco ("Come si fa una tesi di laurea", Bompiani): è stato scritto per i laureandi in discipline umanistiche, ma la gran parte dei suoi consigli sono validi anche per i nostri studenti.

1 Strumenti

I laureandi ormai usano tutti un programma elaboratore di testi per scrivere la propria tesi (in altri tempi si usava la macchina per scrivere). Qualsiasi programma va bene, purché lo si usi con consapevolezza: in altre parole, è importante avere a disposizione il manuale del programma e familiarizzare bene con lo strumento che si usa.

Su Unix consigliamo come editor l'uso di emacs, che è capace di gestire in modo "intelligente" sorgenti LaTeX (l'uso ottimale è su video a colori).

L'uso di strumenti automatici di impaginazione, siano essi formattatori sofisticati come TeX o LaTeX, o macrocomandi di word processor (detti ad esempio stili in Microsoft Word) è caldamente consigliato.

Se si usa LaTeX sulle workstation Unix o Linux, conviene usare lo stile "book.sty" ed i comandi capaci di spezzare le parole usando la sillabazione italiana.

1.1 Impaginazione

Esiste un formato standard per le tesi presso la nostra università, che detta in pratica il numero e la larghezza di righe per pagina (numero: oltre 25; larghezza: 65-70 caratteri); le tesi inoltre vanno stampate fronte-retro.

Esistono alcune convenzioni molto precise sulla forma dei titoli delle varie parti della tesi: chi usa lo stile LaTeX si troverà le convenzioni predefinite.

Per chi usa un altro programma, una delle convenzioni più diffuse è la seguente:


1 PER I CAPITOLI USARE CARATTERE MAIUSCOLO IN GRASSETTO

1.1 Per i paragrafi principali usare caratteri minuscoli in grassetto

1.1.1 Per i paragrafi secondari usare caratteri minuscoli in corsivo


Notare che i numeri indice non terminano con un punto.

È importante che la prima pagina di ogni capitolo sia a pagina dispari, anche a costo di lasciare bianca la precedente pagina pari (in LaTeX esiste un comando apposito).

Per i paragrafi non numerati si possono usare caratteri minuscoli in grassetto oppure caratteri minuscoli in corsivo in quanto la differenza nei caratteri e nella dimensione è sufficiente a creare uno stacco.

Le grandezze dei caratteri per il numero delle pagine e per gli indici nelle notazioni matematiche sono di solito di grandezza inferiore a quella usata per il testo.

L'inizio dei paragrafi può essere evidenziato con il rientro del rigo o con una riga bianca; una volta fatta una scelta non cambiare la decisione nel seguito del testo.

1.2 Fonti tipografiche

È opportuno fare un uso parsimonioso delle fonti e delle relative varianti tipografiche disponibili; in particolare sono da evitare caratteri bordati e ombreggiati che rendono di solito il testo illeggibile perché sono adeguati solo per fonti molto grandi.

Utilizzare poche fonti, ed in modo consistente: una per il testo (ad es. Times), una diversa per i titoli (ad es. Helvetica), una per i simboli matematici (ad es. Symbol) e una per simulare la scrittura di stampanti per inserire ad esempio programmi all'interno di un testo (ad es. Courier).

2 Ortografia

L'ortografia delle parole scritte nella tesi è importante; la presenza di errori ortografici nella versione finale denota sciattezza e causa una penalizzazione nella valutazione.

È meglio non essere pigri: consultare il vocabolario quando si è in dubbio sulla forma (e sul significato!) delle parole che si vogliono usare.

Molti programmi di elaborazione di testi sono dotati di correttori ortografici: usateli!

2.1 Accentazione

Su 'a', 'i', 'o', 'u', l'accento è sempre grave (à ì ò ù). Su 'e' usare l'accento acuto (é), eccetto nei seguenti casi: è, cioè, caffè, tè e la maggior parte dei nomi propri (Giosuè, Mosè, ecc.) e pochi altri casi (da controllare sul vocabolario).

L'accento tonico è obbligatorio sulla parola princìpi.

2.2 Apostrofo

L'articolo indeterminativo maschile "un" non è mai seguito dall'apostrofo. L'aggettivo "qual" non è mai seguito dall'apostrofo né al maschile né al femminile.

2.3 Abbreviazioni

Limitare l'uso delle abbreviazioni. Esse devono essere fatte solo nelle enunciazioni bibliografiche, nelle tabelle e nei rimandi tra parentesi.

Abbreviazioni ammesse:

­ cap. per "capitolo" e capp. per "capitoli".

­ vol. per "volume e voll. per "volumi"

­ fig. per "figura" e figg. per "figure"

­ n. per "numero" e nn. per "numeri"

­ p. per "pagina" e pp. per "pagine"

­ par. per "paragrafo"

­ tab. per "tabella"

­ ecc. per "eccetera" (mai preceduto dalla virgola; non usare etc.)

Queste parole si abbreviano solo se sono accompagnate dal numero a cui si riferiscono (es.: "vedi cap. 12"). 'Vedi' di regola non si abbrevia e si preferisce a cfr.

'Ad esempio', si abbrevia 'ad es.' solo in parentesi, mai nel corso del testo.

Le abbreviazioni di misure sono considerate come simboli e non richiedono il punto finale e non si declinano al plurale (Kbyte, e non Kbytes).

2.4 Corsivo

Usare il corsivo solo per le parole e locuzioni straniere (compreso il latino) insolite. Poiché ormai certi termini stranieri stanno entrando nell'uso corrente italiano, si lasciano spesso in tondo. In ogni caso, se un termine straniero ricorre con frequenza si mette in corsivo solo la prima volta.

Vanno in corsivo:

­ titoli di libri e i nomi di riviste o giornali (ricordarselo quando si compila la bibliografia! LaTeX gestisce questa convenzione automaticamente);

­ lettere che indicano grandezze variabili (in testi scientifici; ma non la "d", quando è simbolo di derivata);

­ talvolta alcuni concetti che si vuole sottolineare, ma solo la prima volta. E comunque si preferiscono le virgolette alte "...".

2.5 Numerali

Si esprimono ordinariamente in lettere, specie nel testo, i numeri dallo zero a nove. Si esprimono sempre in cifre i numeri che si riferiscono a una misura o che evidenziano un riferimento di pagina, capitolo e simili. Si scrive 600.000, non 600 mila.

Fino a quattro cifre, i numerali si compongono uniti (ad esclusione delle tabelle in cui le migliaia si separano col punto); oltre le quattro cifre si scrivono con il punto basso; per separare i numeri interi dai numeri decimali si usa soltanto la virgola (e non il punto).

Nei numerali espressi in tutte le lettere la desinenza "mila" non va staccata: cinquemila, non: cinque mila. Nel caso di milioni e miliardi soltanto, si scrive 600 milioni, 600 miliardi (600.000.000, 600.000.000.000 in tutte cifre si riservano ai casi di incolonnamenti e di tabelle).

Quando si indicano i decenni si deve scrivere anni trenta (non anni '30 né anni Trenta). Il secolo va maiuscolo (es. l'Ottocento) oppure in cifre romane (es. il secolo XX), non l'800 né il secolo 20º.

2.6 "D" eufonica

Eliminare di regola la "d" eufonica ad esclusione di casi in cui la parola successiva inizia con la stessa vocale e nelle espressioni: ad esso, ad opera, ad esempio, ad ogni, ad oggi.

2.7 Parole straniere

Usare con grande parsimonia le parole straniere. Quando si usano, ricordarsi che solitamente sono indeclinabili (ad es. sono invariate al plurale le parole inglesi: "gli sport", e non "gli sports"; "i file", e non "i files", ecc.) e in genere vogliono l'articolo al maschile (es.: i file).

In genere invece è una buona idea usare come identificatori nei programmi e nelle formule contenuti nella tesi delle parole inglesi, perché questo facilita la produzione eventualmente successiva di articoli scientifici tratti dalla tesi.

2.8 Punteggiatura

Non lasciare spazio prima di un segno di punteggiatura, prima di una parentesi chiusa o dopo una parentesi aperta; è invece obbligatorio lasciare uno spazio dopo un segno di punteggiatura.

Non si usa la virgola prima di ecc. Il richiamo di nota va dopo il punto fermo o la virgola.

2.9 Virgolette

Sono sempre doppie alte ("...") non basse («...») e si usano per le citazioni e per evidenziare parole e concetti a preferenza del corsivo. Per le virgolette che compaiono in testi già citati tra virgolette si usano quelle semplici ("...'...'..."). Possibilmente si usino le virgolette 'arricciolate'.

3 Figure, tabelle e codice

Hanno intestazione e numerazione distinta doppia (il primo numero rappresenta il capitolo) così: Figura 5.12 (didascalia) oppure Tabella 4.15 (titolo della tabella)

Nel testo vanno sempre richiamate con iniziale minuscola e per esteso, così: "come si vede nella figura 5.12", e non "come si vede in Figura 5.12".

Solo in parentesi è ammessa l'abbreviazione, ma con iniziale minuscola. Esempio: come si vede nel grafico (fig. 3.5)

Le didascalie non fanno parte della figura!

Le parole nella figura possono essere in inglese (l'uso dell'inglese tornerà utile se deciderete di scrivere un articolo tratto dalla tesi).

Tabelle o figure possono contenere codice. Il codice eventualmente prodotto durante il lavoro di tesi NON fa parte della tesi stessa. Potete metterlo in appendice ma deve essere documentato con chiarezza. In breve, nel caso di tesi di progetto, in cui parte del lavoro di tesi consiste nella produzione di software, si consiglia di inserire nel documento di tesi un'appendice con i seguenti dati:
- ambiente di sviluppo utilizzato (hw, sistema operativo, compilatore, ecc.);
- numero linee di codice prodotto, inclusi i commenti;
- qualche commento sul tipo di sperimentazione fatta.

4 Forma dei riferimenti bibliografici

La bibliografia è una parte essenziale di qualsiasi pubblicazione scientifica, ed in particolare delle tesi di laurea. Una bibliografia sciatta, incompleta o formalmente redatta male può essere penalizzata in sede di valutazione finale.

Se si usa LaTeX, è molto vantaggioso usare lo strumento bibtex per gestire automaticamente la bibliografia (è anzi uno dei vantaggi fondamentali).

In ogni caso, la forma dei riferimenti è importante in quanto deve consentire al lettore di capire almeno il tipo di pubblicazione (libro, articolo di rivista, articolo di conferenza, ecc.) e la dimensione del testo citato (numero di pagine del lavoro).

4.1 Riferimenti nel testo

Un riferimento bibliografico è un insieme di informazioni destinato a permettere l'identificazione di un'opera scritta, ed eventualmente a consentirne il reperimento. All'interno del testo come puntatore si usa un formato standard di solito simbolico tra parentesi quadre: [21]. Il codice simbolico che si sceglie deve avere una sintassi precisa; esistono moltissime sintassi possibili; l'importante è essere consistenti, una volta che se ne è scelta una.

4.2 Elenco delle pubblicazioni (bibliografia)

I riferimenti simbolici rimandano alla lista dei lavori, che si colloca tipicamente alla fine del testo della dissertazione, prima delle appendici.

Vanno elencate tutte e sole le opere citate nel testo (non vanno citate quelle solo "lette"), di preferenza nell'ordine in cui vengono utilizzate e precedute dalla sigla usata nelle citazioni.

ATTENZIONE: negli esempi di riferimenti bibliografici che seguono è in corsivo ciò che andrà in corsivo e messo tra virgolette ciò che andrà fra virgolette; c'è una virgola dove ci vuole la virgola, c'è una parentesi dove ci vuole una parentesi. In altre parole, il lettore cerchi di ritrovare negli esempi le principali convenzioni che abbiamo descritto.

4.2.1 Libri

Schema:

Autore, Titolo, Numero di edizione (se diversa dalla prima), Luogo di pubblicazione, Editore, Anno di pubblicazione.

Per gli autori si cita di solito prima il cognome e poi l'iniziale del nome, separati da virgola. Quando gli autori sono due, si indicano entrambi nell'ordine in cui appaiono sullo scritto, separati da virgola; quando sono più di due si possono indicare tutti oppure solo il primo, facendo seguire la dicitura "e altri".

Per le opere straniere ricordare che le parole sostantivi, verbi, aggettivi dei titoli inglesi hanno le iniziali maiuscole.

Esempi

[1] Goldberg A., Robson D., Smalltalk­80: The Language and its Implementation, New York, Addison­Wesley, 1983.

[2] Gatto A., e altri, Storia della letteratura tailandese, Milano, Garzanti, 1987.


4.2.2 Articoli su periodici e riviste

Schema:

Autore, "Titolo articolo", Nome della rivista, Volume(Numero), Anno, Pagine contenenti l'articolo.

Esempi

[22] Atkinson M.P., Bailey P.J., Chisholm K.J., Cockshott W.P., Morrison R., "An Approach to Persistent Programming", Computer Journal, 26(4),1983, 360-365.

[22] Borgida A., "Features of Languages for the Development of Information Systems at the Conceptual Level", IEEE Software, 2(1),1985, 63-73.


4.2.3 Capitoli di libri, atti di conferenze

Schema:

Autore, "Titolo articolo", in: Titolo dell'opera o del congresso, NomeEditor (ed.), Eventuale volume, Luogo di pubblicazione, Editore, Anno di pubblicazione, Pagine contenenti la porzione interessata.

Esempi

[31] Copeland G., Maier D., "Making Smalltalk a Database System", in: Proc. ACM SIGMOD Intl. Conf. on the Management of Data, New York, ACM,1984, 316-325.

[32] Nierstrasz O.M., "What is the 'Object' in Object­oriented Programming", in: Objects and Things, D.C. Tsichritzis (ed), Centre Universitarie d'Informatique, University of Geneva, 1987, 1-13.

[33] O'Brien P., Bullis B., Schaffert C., "Persistent and Shared Objects in Trellis/Owl", Proc. International Workshop on Object-Oriented Database Systems, K. Dittrich and U. Dayal (eds.), Asilomar, Pacific Grove, California, 1986, 113-123.

[34] Smith D., Fox S., Landers T., "Reference Manual for ADAPLEX", CCA-81-02, Computer Corporation of America, 1981.


4.2.4 Citazioni dal WWW (URL)

Schema:

Autore, "Titolo articolo", Anno, http:www.somewhere.edu.

Esempio

[43] Prescod P., "Paul Prescod's DSSSL Tutorial", 1997, http://itrc.uwaterloo.ca/~papresco/dsssl/tutorial.html.


5 Confezionamento e consegna del documento di tesi

Qualche mese prima della prevista sessione di laurea - entro le date definite dalla segreteria - occorre presentare in segreteria la domanda di tesi con il titolo e la firma del relatore.

La consegna del documento di tesi consiste nel suo deposito in segreteria al piu tardi 15 gg prima della data di laurea.

Gli studenti debbono inoltre consegnare una copia cartacea della tesi al relatore.


6 Presentazione

La qualità della presentazione della tesi viene valutata nel voto finale.

Il candidato ha a disposizione 15-20 minuti per l'esposizione, e si deve aspettare una o più domande durante o alla fine dell'esposizione stessa.

In ogni caso è opportuno meditare sull'ordine di esposizione degli argomenti. Un quarto d'ora per esporre il lavoro di molti mesi è certamente poco, ma in genere è sufficiente a descrivere il contesto ed i principali contributi originali di un lavoro di tesi.

Di solito si preparano alcuni lucidi per lavagna luminosa, che non hanno tanto lo scopo di aiutare il candidato ad esporre , quanto di aiutare i presenti a capire ciò che il candidato sostiene.

Un errore molto comune è di esagerare con il numero dei lucidi: 15 è un numero massimo, perché mediamente occorrono circa due minuti per esporre il significato di un lucido serio.

Un altro errore è di riempire troppo i lucidi, magari usando una fonte piccola, difficile da leggere. È buona norma usare invece una fonte di dimensione di almeno 18 pica. Inoltre, è meglio aiutare la comprensione usando figure (un vecchio adagio recita: "una figura vale mille parole"). Se siete insicuri delle vostre qualità oratorie preparatevi delle note a parte, o dei lucidi di scorta da mostrare solo in caso di bisogno, e non appesantite il contenuto dei lucidi.

Di solito è oppurtuno preparare circa 12 lucidi, per una presentazione di almeno 15 minuti, organizzati come segue:

Titolo della tesi, nome del candidato, data e luogo.

Sommario della presentazione (non quello della tesi!)

Contenuto della presentazione

Conclusioni.

Decidere come e cosa presentare è un'arte. La regola fondamentale di ogni oratore è comunque la seguente:

Prima dite cosa state per dire, poi ditelo, poi dite cosa avete detto.

Quindi il lucido 2 ha la funzione di introdurre la presentazione, che viene sviluppata coi lucidi seguenti. L'ultimo lucido, quello delle conclusioni, idealmente contiene:

a) riassunto dei principali risultati

b) valutazione critica

c) ulteriori sviluppi auspicati, previsti o in corso


7 Il voto finale

Il voto di DIploma si esprime in 70. La base del calcolo è la media di libretto (gli esami, anche i semestrali, hanno tutti lo stesso valore; le lodi non fanno punteggio), cui va sommato il voto di tesi. Nel nostro Corso di Diploma il voto di tesi potrebbe variare teoricamente tra zero e 7 punti. In pratica il voto di laurea varia di solito tra 1.5 e 5 punti. Tre è un voto medio, quattro punti premiano una ottima tesi. Oltre i quattro punti si danno solo per tesi di eccezionale qualità.

Il voto di tesi viene inizialmente proposto dal relatore. La commissione di laurea è sovrana nel determinare il voto finale, e tiene conto del parere del relatore e della qualità della presentazione.